Negli ultimi anni, Casoria, come tanti altri paesi d’Italia, sta vivendo un progressivo declino politico, morale, sociale ed economico.
Le scelte politiche degli ultimi vent’anni hanno consentito che la nostra Città si trasformasse in una sorta di dormitorio, un freddo alveare sordo ed insensibile rispetto alle difficoltà delle persone che vi abitano.
Il disinteresse e l’individualismo sono diventati punti di riferimento di una politica rispetto sorda alle problematiche della collettività.
Sta venendo meno la cultura dei valori e della solidarietà.
Tenere, invece, a cuore la Città in cui si vive significa avere rispetto per le persone che vi abitano.
Queste sono le semplici regole che dovrebbero guidare le scelte di ognuno, dagli amministratori ai cittadini, nella vita di tutti i giorni, e soprattutto nei momenti di grande crisi e difficoltà, nei quali più forte si avverte la necessità di politiche di solidarietà e senso civico.
Anche a Casoria la crisi ha messo in ginocchio molte famiglie, diviene allora indispensabile adottare soluzioni concrete.
È quindi necessario agire: oggi più che mai Casoria ha bisogno di una mensa pubblica, di un luogo in cui l’impegno e la solidarietà possano trasformarsi in aiuto concreto e offrire sostegno a chi si trova in condizioni di bisogno.
La mensa pubblica non è solo una soluzione alla povertà, ma può essere una risposta all’emergenza ed un approccio diverso ai bisogni dei poveri.
A Casoria, fortunatamente, oltre alle istituzioni parrocchiali, vi sono tante persone animate da sani ideali pronte ad impegnarsi per il bene della nostra comunità.
Per questo proponiamo alla collettività tutta, la creazione di una mensa pubblica.
Qualora non fosse possibile realizzarla da soli, verificheremo la possibilità di attuarla insieme ai Comuni dell’ambito sociale Arzano e Casavatore.
Smettiamo di distribuire contributi come elemosina, o di spendere soldi per iniziative futili e di facciata, inefficienti ed inutili per il raggiungimento di risultati efficaci nella lotta alla povertà.
A tal fine, si propone di convocare un consiglio comunale aperto alle associazioni locali del volontariato, operatori del settore, alla chiesa ed alla stessa scuola, per accogliere suggerimenti, contributi e proposte.
Non dimentichiamo mai che un uomo in condizioni di povertà non è un uomo libero, perché la povertà nega la libertà, la bellezza delle cose ed i colori della vita.
Per questo propongo pubblicamente a tutti i componenti del Consiglio Comunale, agli Assessori e al Sindaco di rinunciare a qualsiasi contributo previsto per l’incarico rivestito, (o almeno parte di esso), per devolverlo a questa nobile e dignitosa causa.
Alla luce di quanto esposto e, consapevoli del fatto che il Sindaco in quanto primo cittadino sicuramente più di noi conosce le esigenze e le quotidiane richieste di aiuto dei nostri concittadini meno fortunati, si interroga sulla possibilità di intraprendere tale iniziativa o viceversa su come l’Amministrazione intende operare al riguardo.
Per quanto mi riguarda sono e sarò pronto, in prima linea.